Indice dei documenti:
- 22 Giugno 1827:Il Comune per la nomina di Giovanni M. Mastai Ferretti ad Arcivescovo di Spoleto;
- 1840: Nomina a Cardinale;
- 16 Giugno 1846: Il Comune per la elezione di Pio IX al trono Pontificio;
- 22 Agosto 1846: Lettera di Pio IX al Gonfaloniere della Città;
- 16 Luglio 1846: Concessione dell ‘Amnistia;
- Settembre 1846: Festeggiamenti in Senigallia per l’Amnistia;
- 10 Ottobre 1846: Su raccomandazione di Pio IX, il Comune progetta lavori straordinari, per soccorrere i disoccupati della città;
- 14 Novembre 1846: Erogazione di pubblica beneficenza per le classi più povere;
- 15 Dicembre 1846: Progetto Strada Ferrata Bologna-Ancona;
- 14 Settembre 1847: Consuntivo spese per i festeggiamenti a Pio IX;
- 18 Settembre 1847: Indirizzo del Comune a Pio IX per l’invasione Austriaca in Ferrara;
- 16 Ottobre 1849: Sofferta Lettera di Pio iX alla Magistratura di Senigallia;
- 20 Dicembre 1851: Il Comune rassegna nelle mani di Pio IX il diritto di nomina di 23 Benefici Ecclesiastici;
- 5 Aprile 1852: Pio IX invia una Lettera di ringraziamento per questa rinuncia;
- 21 Aprile 1855: Pio IX ringrazia il Comune in occasione dello scampato pericolo;
- 26 – 27 – 28 – 29 Maggio 1857: Visita di Pio IX a Senigallia;
- 16 Marzo 1858: Coniazione di una medaglia con Pio IX e lo Stabilimento Pio;
- 16 Marzo 1858: Notificazione del Municipio per i lavori al Porto-Canale;
- 4 Febbraio 1878: Nomina dei Rappresentanti del Comune presso l’Amm.ne dello Stabilimento Pio;
- 4 e 16 Febbraio 1878: Delibere per l’erezione di un busto di Pio IX nell’aula Consiliare;
- 8 e 11 Luglio 1880: Inaugurazione del Busto di Pio IX;
- 21 Marzo 1894: Delibera per la partecipazione alle Feste Centenarie nascita Pio IX;
- 12 e 29 Marzo e 12 Maggio 1894: Intitolazione di una Via a Giovanni M. Mastai-Ferretti;
- 26 Novembre 1925: Correzione della lapide a Simoncelli;
- 2 Febbraio 1928: Manifesto del Comune per il Cinquantenario della morte di Pio IX;
- 5 Gennaio 1978: Partecipazione del Comune al Centenario della morte di Pio IX;
- 29 Aprl/e 1979: Il sindaco di Senigallia offre il Busto di Pio IX alla Città di Siena.
IL MUNICIPIO DI SENIGALLIA E PIO IX
Questo Documentario, certamente incompleto nel numero dei testi, nella scelta e nel giudizio degli avvenimenti, è comunque un’utile visione panoramica dei rapporti tra il Municipio di Senigallia e Pio IX, dal giorno della sua elezione ad Arcivescovo di Spoleto (1827) alla sua nomina a Cardinale (1840); dalla sua ascesa al sommo Pontificato (16-6-1846) alla sua morte (7-2-1878); dalla inaugurazione del Busto di Pio IX nella Sala consigliare (11-7-1880) ad oggi, vigilia della sua Beatificazione.
1. 22 giugno 1827
Esultanza per la nomina di Mons. Giovanni Maria Mastai-Ferretti ad Arcivescovo di Spoleto.Nella riunione del 22 giugno 1827 in seno al Consiglio della Comunità di Senigallia il Governatore Distrettuale fece la seguente dichiarazione:”L’onore della Città, la gratitudine ai favori ricevuti e la speranza di nuovi benefici, non può non rendere esultanti i Senigalliesi per la elezione di Mons. Giammaria de’ Conti Mastai-Ferretti, vostro concittadino alle sede arcivescovile di Spoleto. Voi n’esultate ancora, perché è dolce conforto ad ogni uomo di vedere premiata la dottrina e la virtù; e il Magistrato che legge nel vostro cuore, apre a voi i vostri medesimi sentimenti, proponendovi di decretare una dimostrazione, che sarebbe di offrire all’ottimo Prelato un qualche lavoro d’argento di notevole valore… ecc.”.
D. Raffaele Sassetti
Governatore Distrettuale
2. 1840: Pio IX Cardinale
Con una lettera del 9 novembre 1840 il neo-cardinale Giammaria Mastai-Ferretti partecipa la sua promozione a Livio Monti, Gonfaloniere di Senigallia:”Per un tratto veramente singolare della Sovrana Clemenza a mio riguardo, andrò ad essere sublimato alla Dignità Cardinalizia nel primo Concistoro.Mentre una tal promozione mi porge argomento di confusione, vedendomi poverissimo di quei meriti che si richiedono a poter essere fregiato di un tant’onore, non ho però trascurato di darne parte a V. S. Ill.ma ed all’Ill.ma Magistratura come rappresentanti della mia Patria, la quale mi è sempre cara e accoglierà, spero, con piacere una notizia che torna a tanto decoro di un Figlio suo. . In questa occasione mi è grato di confermarmi con particolare stima ed ossequio di V.S. Ill.maGiammaria Mastai-Ferretti”Imola, 9 novembre 1840.Imola, 9 novembre 1840.Ad una lettera di congratulazione del Gonfaloniere di Senigallia il neo-Porporato risponde:”Alle nuove dimostrazioni di giubilo che V.S. Ill.ma mi ripete col suo cortesissimo foglio nella circostanza della mia promozione al Cardinalato, corrispondo anch’io altrettanti distinti ringraziamenti, assicurandola che sarò sempre soddisfattissimo di poter dimostrarle la mia premura per cose che la riguardino e la stima sincera con cui ho il piacere di confermarmi di V. S. Ill.ma
Giammaria Mastai-Ferretti”Roma, 21 ottobre 18.40.
3. 16 Giugno 1846
ELEZIONE A SOMMO PONTEFICE
Nella riunione del 21 giugno 1864 i Consiglieri del Municipio di Senigallia, in occasione dell’elezione del Card. Giovanni Maria Mastai-Ferretti al soglio pontificio, prendono le deliberazioni necessarie per festeggiare un così grande avvenimento. Viene comunicato l’espresso desiderio del Santo Padre che venga erogata in oggetti di pubblica utilità la somma che la città avesse intenzione di spendere in dimostrazioni di gioia. E pertanto viene deciso:”Che innanzi tutto, e come primo sacro e dolcissimo dovere, fossero rese all’Altissimo le più devote solenni grazie per sì gloriosa elezione, col canto dell’Inno Ambrosiano, serbata in questo la maggior magnificenza;”Che a testimoniare quindi la riverenza ed il giubilo dell’intera città sia inviata a Roma un’apposita Deputazione composta di almeno cinque individui, i quali si faranno all’Augusto Trono di Lui, interpreti fedeli dei sentimenti di questa popolazione;”Che a rendere perpetuamente durevole la memoria dell’immenso beneficio che a noi è dato dalla mano della Provvidenza Divina, venga eretto nella piazza del Governo, la quale ora con gioia appelliamo –Piazza Pia–, un monumento di pubblico ossequio, e che questo debba consistere in una gran statua in bronzo od in marmo eseguito dall’artista il più accreditato, onde al nobilissimo Soggetto risponda con la sua perfezione il lavoro;”Che a provvedere all’universale comodità sia condotta in città la ricca vena delle acque del Coppo, rinnovando la Porta Cappuccina, il ponte e quant’altro occorra, ed intitolando l’intero stabilimento del venerato nome del Pontefice;”Che a raggiungere il santo scopo di sollevare dal penoso suo stato la classe degli indigenti, cotanto cara al Paterno Animo di Sua Beatitudine, sia eretto un pubblico Stabilimento pel ricovero de’ poveri invalidi, ed in concorso pure dell’Amministrazione del ven. Ospedale, che volgeva già in mente la stessa opera, sia provveduto degli opportuni mezzi di mantenimento, dando pure a questa benefica istituzione il nome dell’Augusto Pontefice che sorti fra noi i gloriosi natali;”Che a spese del Municipio siano riscattati e resi tutti i pegni che, formati sino a questo giorno, ed esistenti in questo S. Monte di Pietà Testaferrata non superino singolarmente la sovvenzione di uno scudo;”Che vengano distribuite quattro doti ad altrettante oneste e povere zitelle della parrocchia del Duomo, tre a quelle del Porto, tre a quelle del Portone, ed una ad ogni parrocchia del circondario esterno per le zitelle povere dimoranti nei rispettivi borghi, e tutte queste doti nella somma di scudi venti ciascuna… “.
4. 16 luglio 1846
Concessione dell’AMNISTIA
Il primo atto compiuto da Pio IX all’indomani della sua ascesa al soglio pontificio fu la concessione dell’amnistia per i reati di natura politica ed ebbe allora una risonanza mondiale.DECRETO PER L’AMNISTIAPIO IXA’ SUOI FEDELISSIMI SUDDITISALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONENei giorni in cui Ci commuoveva nel profondo del cuore la pubblica letizia per la Nostra esaltazione al Pontificato, non potemmo difenderci da un sentimento di dolore pensando che non poche famiglie di Nostri Sudditi erano tenute indietro dal partecipare alla gioia comune, perché nella privazione dei conforti domestici portavano gran parte della pena da alcuno dei loro meritata offendendo l’ordine della società e i sacri diritti del legittimo Principe. Volgemmo altresì uno sguardo compassionevole a molta inesperta gioventù, la quale sebbene trascinata da fallaci lusinghe in mezzo ai tumulti politici Ci pareva piuttosto sedotta che seduttrice. Perloché fin d’allora meditammo di stendere la mano e di offrire la pace del cuore a quei traviati figliuoli che volessero mostrarsi pentiti sinceramente. Ora l’affezione che il Nostro buon popolo Ci ha dimostrata, e i segni di costante venerazione che la Santa Sede ne ha nella Nostra Persona ricevuti, Ci hanno persuasi che possiamo perdonare senza pericolo pubblico. Disponiamo e ordiniamo pertanto che i primordi del Nostro Pontificato siano solennizzati coi seguenti atti di grazia sovrana.a) A tutti i Nostri Sudditi che si trovano attualmente in luogo di punizione per delitti politici, condoniamo il rimanente della pena; purché facciano per iscritto solenne dichiarazione sul proprio onore di non volere in nessun modo ne tempo abusare di questa grazia e di voler anzi fedelmente adempiere ogni dovere di buon Suddito.b) Con la medesima condizione saranno riammessi nel Nostro Stato tutti quei Sudditi fuorusciti per titolo politico, i quali dentro il termine di un anno dalla pubblicazione della presente risoluzione, per mezzo dei Nunzi Apostolici o altri Rappresentanti della S. Sede, faranno conoscere nei modi convenienti il desiderio di profittare di questo atto di Nostra clemenza.c) Assolviamo parimenti coloro che per avere partecipato a qualche macchinazione contro lo Stato si trovano vincolati da precetti politici, ovvero dichiarati incapaci degli uffici municipali.d) Intendiamo che siano troncate e soppresse le procedure criminali per delitti meramente politici non ancora compiute con un formale giudizio: e che i prevenuti siano liberamente dimessi, a meno che alcuno di loro non domandi la continuazione del processo, nella speranza di mettere in chiaro la propria innocenza e di riacquistarne i diritti.e) Non intendiamo peraltro che nelle disposizioni dei precedenti Articoli siano compresi quei pochissimi Ecclesiastici, Ufficiali Militari, e impiegati di Governo, i quali furono già condannati o sono profughi o sotto processo per delitti politici: e intorno a questi Ci riserbiamo di prendere altre determinazioni, quando la cognizione dei rispettivi titoli Ci consigli di tarlo.f) Non vogliamo parimenti che nella grazia siano compresi i delitti comuni, di cui si fossero aggravati i condannati o prevenuti e fuorusciti politici; e per questi intendiamo che abbiano piena esecuzione le leggi ordinarie.Noi vogliamo avere fiducia che quelli i quali useranno della Nostra clemenza, sapranno in ogni tempo rispettare e i Nostri diritti e il proprio onore. Speriamo ancora che, rammolliti gli animi dal Nostro perdono, vorranno deporre quegli odi civili che delle passioni politiche sono sempre o cagione o effetto: sicché si ricomponga veramente quel vincolo di pace da cui vuole IDDIO che siano stretti insieme tutti i figliuoli di un Padre. Dove però le Nostre speranze in qualche parte fallissero, quantunque con acerbo dolore dell’animo Nostro, Ci ricorderemo pur sempre che se la clemenza è l’attributo più soave della Sovranità, la giustizia n’è il primo dovere.
Datum Romae apud Sanctam Mariam Majorem die xvi Julii Anni MDCCCXLVI Pontificatus Nostri Anno Primo.
PIUS PP. IX.
Dato in Roma da S. Maria Maggiore il dì 16 luglio 1846 – Anno primo del Nostro Pontificato.
Firmato Pio PP. IX.
5. 22 Agosto 1846: Lettera di Pio IX al Gonfaloniere di Senigallia
E’ del 22 agosto 1846 la lettera di ringraziamento di Papa Pio IX alle Autorità senigalliesi, che si erano congratulate con lui per l’elezione al soglio pontificio:
“Ai diletti figli”
“Gonfaloniere ed Anziani della nostra città senigalliese:”
“Diletti figli, salute ed apostolica benedizione.”
“Se, innalzati che fummo a questa cattedra di Pietro, quantunque senza nostro merito alcuno, ma per inscrutabile giudizio di Dio, furono a noi recate dimostrazioni di gratitudine e di letizia, che dobbiamo con ragione stimare partite dal cuore, tali certamente sono quelle che abbiamo ricevute da voi, cui con più stretto vincolo ne lega la Patria comune. La onde voi pure ritenete altrettanto espresso dall’intimo del cuore il rendimento di grazie col quale rispondiamo all’esimia vostra devozione ed attaccamento per noi, ed abbiate per certo che nulla sarà a Noi più grato e desiderabile di quello che si diano opportune occasioni, in cui possiamo col fatto manifestare e provare con quanta benevolenza abbracciamo voi, e cotesta città, Patria a noi carissima. Non dubitiamo poi che voi tutti vivamente animati da questo attestato di nostro specialissimo affetto, non siate per avere giammai cosa al mondo più cara di quella di volere in tutti i rapporti e circostanze portare sopra gli altri il vanto di sempre maggiore amore verso la Cattolica Religione, e fedeltà e osservanza a quest’Apostolica Sede, come pure di tutte quante le virtù.
“Noi frattanto non lasceremo di pregare e scongiurare Iddio clementissimo, largitore di tutti i beni e d’ogni consolazione perché si degni sempre di concedere a voi tutte le prosperità e tutti i vantaggi. Ed in auspicio del Suo supremo aiuto non che in pegno della distintissima nostra benevolenza per voi, impartiamo teneramente tanto a voi stessi, Diletti Figli, quanto a tutti i cittadini Senigalliesi l’apostolica benedizione, esternata dal più profondo del cuore ed accompagnata dal voto d’ogni vera felicità.
Roma, 22 agosto 1846 – Anno I del ns. Pontificato,
Pio PP, IX
6. Settembre 1846: Festeggiamenti promossi dal Comune per l’AMNISTIA
La narrazione di queste feste fu scritta dal Poeta Mercantini e pubblicata in un fascicolo di 35 pagine, a cura del Comune.
Il poeta Luigi Mercantini, professore di Umanità e Retorica nel Ginnasio comunale di Senigallia, descrive le feste, che si tennero nella nostra città nei giorni 27 – 28 – 29 settembre 1846 per celebrare la generosa Amnistia concessa da Papa Pio IX il 16 luglio 1846.
Innanzi tutto egli ricorda l’atmosfera di grande gioia, che invase in quei giorni gli animi dei Senigalliesi e dei tanti ospiti della città.Il Sommo Pontefice inviò uno splendido dono, cioè una rara reliquia di S. Paolino, vescovo di Nola e protettore di Senigallia.
La sera del 27 settembre si svolse una magnifica processione e poi, alle 20, nel Teatro della Fenice, in una grande accolta di popolo, furono recitate poesie ed eseguiti pregevoli brani musicali.Il 28 settembre, con l’intervento di un folto gruppo di Jesini e di Riminesi si svolse dalla Piazza Pia alla Chiesa Cattedrale una processione, per giungere poi alla benedizione della Bandiera Pontificia.
Il giorno 29 arrivò a Senigallia un numeroso gruppo di Pesaresi, Fanesi, Fossombronati, poi una folta rappresentanza di Anconetani e si svolse una grande sfilata di questi gruppi.
Nella Piazza Pia fu letto un indirizzo d’omaggio degli Anconetani ai Senigalliesi, indi furono eseguiti brani musicali da parte delle numerose bande, presenti nella città.
Alla sera la popolazione si mosse, nell’entusiasmo generale, per il Corso cittadino, illuminato e addobbato a festa.
7. 10 ottobre 1846: Su raccomandazione di Pio IX, il Comune progetta lavori straordinari per soccorrere i disoccupati della città.
“Una proposta di lavoro per gli operai disoccupati della città di Senigallia, avanzata dal Consiglio Municipale, ci fa comprendere, attraverso alcune frasi, la paterna sollecitudine di Papa Mastai per i Senigalliesi e la pronta disponibilità dell’Amministrazione Comunale:”La Santità di Nostro Signore col venerato circolare Dispaccio della Suprema Segreteria di Stato del 10 ottobre 1846 n° 4413, raccomanda ed ingiunge che nei prossimi mesi di dicembre e gennaio siano apprestati de’ lavori per soccorso della classe indigente.
Nella tabella preventiva pel venturo anno 1847, che sarà fra pochi giorni presentata alle vostre deliberazioni, rileverete che per opere di restauro ai fabbricati comunali, e principalmente per l’innalzamento del FORO ANNONARIO e per la condotta delle acque del Coppo in città, non che per altri lavori di pubblico sussidio in genere, si propone la somma di scudi novemila, ecc.”.
8. 14 novembre 1846: Erogazione di pubblica beneficenza ai poveri e invalidi della città
Quando il Card. Giovanni Maria Mastai Ferretti fu eletto Pontefice, la Comunità di Senigallia, tramite il suo Consiglio Generale, stabilì che il ricordo di tale avvenimento si tramandasse durevolmente con l’erezione di alcune opere pubbliche, prima fra le quali doveva essere un Asilo per i poveri invalidi.
Il Municipio stabilì l’erogazione della somma di 6.000 scudi per 1’erezione dello Stabilimento degli invalidi ed il Pontefice generosamente donò la somma di 7.000 scudi.
Ma poiché questo capitale riunito (13.000 scudi) non poteva essere sufficiente alla costruzione dello Stabilimento degli Invalidi, si stabilì di rimandare tale opera al tempo in cui il Municipio disponesse del denaro necessario, ma di provvedere subito al soccorso dei poveri e degli invalidi.
L’intero reddito dei 13.000 scudi venne diviso in tante sovvenzioni parziali da somministrare agli invalidi nei rispettivi domicili, dando così pronto soccorso ad un maggiore numero d’infelici e procurando, insieme, d’evitare l’accattonaggio per le vie della città.
E perché venissero soprattutto beneficati i poveri della Parrocchia del Porto, che stavano più a cuore al Pontefice, si stabilì che un terzo dell’intera somma venisse riservato alla Parrocchia del Porto e gli altri due terzi alle Parrocchie della Città, del Portone, di Scapezzano e di Roncitelli.
Questa disposizione della Magistratura senigalliese venne letta dal Gonfaloniere Giovanni Monti il 14 novembre 1846.
9. 15 XII 1846: Progetto per la strada Ferrata Bologna – Ancona
La seduta si apre con questa Relazione del Gonfaloniere:
“Il glorioso Pontefice regnante col Sovrano suo assenso alla costruzione delle Strade ferrate porge ai suoi Popoli una novella sorgente di ricchezza e di prosperità. L’impresa è nazionale. Duplice è quindi il vantaggio che a Voi ne torna…”
“La Società erettasi per così benefica intrapresa ha stabilito le varie presidenze nella estensione dello Stato, ed ha manifestato le norme che seguire si debbono per compiere la gran’opera. L’indole nazionale di questa importa che ogni Comunità principalmente, e quindi ogni Cittadino concorra a sostenerla…”
“Gli onoratissimi Componenti la Presidenza delle Marche col pregevole dispaccio che Vi si legge, fanno invito a questo Municipio per l’acquisto di quel maggior numero di azioni che sia permesso dai redditi comunali…”
“Il Magistrato è ben lieto di potervi chiamare a concorrere ad un’opera che utilissima essendo all’universale, la è in particolar modo per Sinigaglia in ragione della sua fiera, e della percorrenza che la strada avrebbe nel suo territorio. Altro rimarcabilissimo vantaggio egli è pure il diritto che ciascun Comune avrà d’impiegare una quantità d’individui in proporzione delle azioni acquistate. Ed ai Magistrato medesimo è soltanto cagione di dispiacere lo stato non florido in che trovasi, che voi ben conoscete, la comunale azienda, da che deriva che non possa il nostro Comune acquistare un vistoso numero di azioni e cooperare all’impresa quanto il desiderio vorrebbe.”
“Voi o Signori osservaste nella passata Seduta che trattava del preventivo 1847 la posizione economica della Comunità. Siete quindi in grado di deliberare l’acquisto di quella quantità di azioni che giudicherete convenienti…”
“Sembrerebbe però ben inteso che le azioni da prendersi fossero tassativamente per il tronco di Strada da aprirsi fra Ancona e Bologna, perché questa linea percorrerebbe il nostro territorio, sarebbe a noi più utile d’ogni altra, e potrebbe compiersi sollecitamente.”
“Riflettete pure o Signori che l’acquisto di queste azioni, considerando l’esempio di altre consimili imprese, presenta l’idea di un vantaggio anziché di una perdita da parte degli azionisti…”Si osserva in ultimo che per non arrecare un disquilibrio all’azienda comunale, sarebbe opportuno che il pagamento delle azioni avesse principio non prima dell’esercizio 1848…Consulto de’ Sig. Arringatori…”
“Non potrà mai commendarsi abbastanza la generosità del Pontefice che ci governa per aver fatti partecipi i suoi sudditi del sommo Inestimabile beneficio che apporta la più sorprendente fra le meravigliose opere del secolo, la costruzione delle strade ferrate. Siano esternate grazie all’Ottimo Principe che a tanta felicità ci conduce!…”
“E noi che viviamo nella patria di Lui, vorremmo essere ad altri secondi nella prova di riconoscenza?…”
“L’attestazione di questa gratitudine non può manifestarsi pubblicamente che per l’acquisto delle azioni all’impresa”.Il 10 novembre 1861, con un festoso ed acclamato viaggio di Re Vittorio Emanuele II, la strada ferrata veniva ufficialmente inaugurata!Gli osanna andarono ai Savoia, per Pio IX era già incominciata la fase del crucifige!
Ma si sa, la Storia è scritta dai Vincitori: solo dopo generazioni e generazioni il riconoscimento è ridato ai Vinti.
Su questo interessantissimo argomento possediamo uno scritto (purtroppo ancor dattiloscritto ed in attesa di un buon Mecenate per la pubblicazione) del già Archivista Storico Comunale Edoardo Fazi dal titolo:
“STRADA DI FERRO DAL MEDITERRANEO ALL’ADRIATICO”
Linea Pio-Centrale e Linea Pio-Emilia
Due cose non possiamo tacere di questo prezioso studio ricco e documentato:
a) Il lavorio delle varie Presidenze, Commissioni e Società Nazionale, per far sboccare la linea Roma-Adriatico, non a Falconara ma attraverso il Sentino – Cesano, a Senigallia: cosa che andò purtroppo a monte, con immenso danno economico per Senigallia.
b) Che l’esecuzione di una così imponente opera fu iniziata e condotta avanti in gran parte durante il Pontificato di Pio IX ed infatti in suo onore fu chiamata Linea Pio – Emilia.
10. 14 settembre 1847: Delibera consuntivo spese Festeggiamenti a PIO IX
In un rendiconto consuntivo del 14 settembre 1847 si osserva che le spese, delle feste di esultanza fattesi per l’elezione al Trono dell’E.mo Card. Mastai, Patrizio di questa città, ora Sommo Pontefice Pio IX, ammontano alla somma di scudi 4.789,66, cosi suddivisi: Sagre Funzioni: 735,43, Feste Civili: 3.247,45; per la Deputazione Comunale recatasi in Roma: 426,23: Sovvenzioni caritative ai poveri della Città: 83,04; Restituzioni e riscatto di pegni al Monte di Pietà: 297,50.
11. 18 Settembre 1847: Indirizzo del Comune a Pio IX in occasione dell’invasione Austriaca di Ferrara
A dimostrare la devozione e l’attaccamento dei Senigalliesi a Papa Pio IX, in un momento difficile nella vita dello Stato Pontificio, quando cioè gli Austriaci occuparono Ferrara con l’intento di frenare la politica liberale del nuovo Pontefice, il Consiglio municipale della nostra città gli indirizzò un caloroso messaggio. Lo riportiamo nella sua stesura integrale:
“Il Consiglio Municipale di Sinigaglia adunatosi per affari amministrativi il 18 settembre 1847, innanzi di procedere alla discussione di essi, facendosi fedele interprete dei sentimenti dell’intera Popolazione, con voto spontaneo ed unanime e per vivissima acclamazione, ha deliberato doversi rassegnare all’apostolica Legazione, perché sia umiliato al Trono Sovrano, l’indirizzo seguente:
BEATISSIMO PADRE!
“Se la violazione de’ sacri diritti della Santità Vostra, operata dalle armi austriache nella occupazione di Ferrara, è fiamma di nobile sdegno al cuore di ogni vostro suddito, e giusto argomento a generose deliberazioni, che non farebbe, in così universale commozione di animi, la Vostra Terra Natale, questa città, già umile, ma è grande e gloriosa per Voi che siete onorato ed acclamato da tutto il Mondo quale Angiolo di Pace e perfetto Modello de’ Regnanti, per Voi che ogni colta nazione saluta qual Padre ed Autore magnanimo del civile risorgimento?”
“V’offron pur dessi i Concittadini vostri nel più ardente trasporto della lor devozione le sostanze e la vita. Ma poiché nella profonda intensità del dolore che sentono per l’onta recata all’Augusto Vostro Trono affliggonsi della pochezza di lor forze non bastevoli a ripararla, implorano perciò fervorosamente che la gloria lor diate almeno di essere primi a sacrificare, ove occorra, il sangue e gli averi per la difesa dell’adorata Vostra Persona, della indipendenza del Vostro Stato e dell’Onore italiano.”
“E’ questo il voto sincerissimo e la unanime preghiera dei Vostri Sinigagliesi.”Degnatevi, Beatissimo Padre, di accoglierla benignamente come tributo d’immenso ossequio e d’incomparabile affetto.”Benedite la Vostra Patria e con essa il Magistrato Municipale che protrarsi per baciarvi i piedi santissimi.
Il Gonfaloniere
Giovanni Monti
12. 16 ottobre 1849: Lettera di Pio IX alla Magistratura Municipale di Senigallia scritta da Portici (Napoli) il 16 ottobre 1849
Nella notte tra il 24 e il 26 novembre 1848 Pio IX usciva da Roma per il volontario esilio a Gaeta.
Senigallia che aveva partecipato attivamente con i suoi volontari alla prima guerra di indipendenza, che aveva applaudito al barnabita Ugo Bassi e a P. Gavazzi quando parlavano in piazza per incitare i giovani ad arruolarsi e i cittadini a largheggiare in offerte a vantaggio della causa nazionale, segue intensamente nel ‘49 le vicende del patriottismo italiano prima, e le sorti della Repubblica Romana poi.
Il manifesto del Pro-Legato Pontificio Eduardo Fabbri, rivolto ai Senigalliesi, che comunicava l’abbandono di Roma da parte del Papa, cosi concludeva:Popoli di questa Legazione! Avete appreso! E’ un grande avvenimento la partenza del Pontefice da Roma: ma prima di partire Egli provvide alla quiete e all’ordine del suo Stato. Il Ministero unito alla Camera dei Rappresentanti del Popolo ha disposto che le leggi siano rispettate ed assicurate le vite e le sostanze dei cittadini a Roma. A me commesso uguale ufficio, ho già preso le opportune disposizioni perché altrettanto avvenga in questa Provincia. E cosi sarà! Ho tutta la ragione di fidare nella saggezza e docilità del miei amministratori. Le Autorità Municipali, Civili, Politiche e le Guardie Civiche, e la Forza Carabiniera, e di Linea, son certo, mi seconderanno.
Ma l’invito del Pro-Legato non ebbe alcun effetto.Come in tutto lo Stato Pontificio così anche nelle Province di Pesaro-Urbino e Ancona operavano quelle associazioni che si erano costituite all’epoca Napoleonica e Murattiana per tener vivo l’ideale dell’Italia unita e indipendente, molte delle quali si trasformarono poi in associazioni di malfattori comuni.Per questo il 16 ottobre 1849 Pio IX inviava al Gonfaloniere di Senigallia (che con lettera del 19 luglio chiedeva perdono) una lettera: “Moeroris ac tristitiae “. (La minuta della lettera si trova nell’archivio delle Lettere Latine A.S.V. e viene riportata in parte sull’Appendice ai due volumi relativi agli atti del processo di Beatificazione pubblicati dalla S. Congregazione dei Riti nel 1955, p. 370; riportata dall’Anselmi in “Senigallia 1831-1860″, p. 40).”
“O Diletti figli, salute ed apostolica benedizione. Non possiamo sufficientemente esprimere a parole la grandezza del dolore e dell’afflizione nostra dalla quale, o diletti figli, tanto è preso il nostro cuore per i notissimi dannosi e indicibili crimini e delitti di questa nostra comune patria perpetrati in essa contro le santissime leggi di Dio e della Chiesa, contro il civile principato della Sede Apostolica e contro noi stessi, e ben noti ai popoli vicini e lontani. Essendo infatti a ciascuno cara sopra ogni altra cosa la propria patria, voi stessi, da soli, comprenderete, o diletti figli, quanto sia stata per noi più dolorosa la ribellione di Senigallia che, a molti titoli e con più stretto vincolo, era tenuta ad obbedire al nostro paterno reggimento. Facilmente comprenderete l’acerbissimo dolore del nostro animo per gli esecrabili traditori delle leggi e della patria che, nelle uccisioni, non risparmiarono i propri concittadini e — mai tralasciati i sommovimenti — hanno tentato di spingere codesta nostra città, nella quale noi nascemmo, verso una rovinosa caduta. Dio, dal quale con tribolazioni son punite le colpe dei popoli, ma nessuno mai è abbandonato di coloro che si sforzano con ogni zelo e passione di mostrare uomini buoni e al massimo grado pii, conceda ad essi che, soprattutto per dar buon esempio agli altri, saldamente perseverino nel proposito: Dio altresì muti in bene di consolazione e di giocondità i passati tormenti e le afflizioni dell’animo nostro. Noi pieghiamo perciò le nostre ginocchia davanti al Padre di N. S. Gesù Cristo e lo preghiamo affinché, placato, allontani il rigore della sua giustizia da codesta nostra patria e, con la misericordia di cui è fornito, illumini le menti di tutti i cittadini per cui nulla in seguito più bramino che eccellere nel vanto d’ogni cristiana virtù, nella fedeltà a noi dovuta e nell’obbedienza. Ed auspice di questo così grande bene e pegno soprattutto del nostro amore verso di voi che attendete all’utile della patria comune, vogliamo sia l’apostolica benedizione che, col profondo affetto d’un cuore paterno, a voi stessi, o diletti figli, ed a tutta codesta cittadinanza, con amore impartiamo”.
Portici – Napoli -16-X-1849
IV Anno del Ns Pontificato
PIO PP. IX
13. 20 Dicembre 1851: il Comune rassegna nelle mani di Pio IX il diritto di nomina di 23 Benefici Ecclesiastici
Il 20 dicembre 1851 il Gonfaloniere Giovanni Monti comunica al Consiglio Comunale DI Senigallia che il “Santo Padre, nell’inesauribile sua munificenza, e del suo particolare peculio, preparava a questa povera, ma gloriosa Città pei Natali di Lui, importantissime beneficenze “.Inoltre propone al Consiglio Comunale di “rassegnare ossequiosamente alla Santità Sua, come umile tributo di reverente ed indelebile gratitudine tutti i Giuspatronati appartenenti alla Comunità (ne sono elencati 23) perché il Santo Padre ne disponga a piacer suo esprimendo unicamente la brama che agli Ecclesiastici della Città di Senigallia sia conservato un qualche titolo a speciale considerazione”.
I Consiglieri alla unanimità (erano presenti 35) approvano, plaudono, sottoscrivono.
14. Il 5 aprile 1852 PIO IX invia una lettera alla Magistratura di Senigallia: ringraziando per la rinuncia al diritto di Nomina di vari Benefici Ecclesiastici.
“Diletti figli, salute, e Benedizione Apostolica.”Con lieto e gratissimo animo abbiamo ricevuto dal diletto Nostro figlio Domenico Lucciardi, Cardinale della S. Romana Chiesa Vigilantissimo Vescovo di Cotesta Città e Diocesi, l’Atto compilato in Cotesto Municipale Vostro Consesso il 20 Dicembre 1851, da Voi tutti firmato e regolarmente spedito, col quale, vivamente desiderosi di attestarCi la Vostra filiale Pietà, voleste spontaneamente rinunciato il diritto di nomina ai diversi Benefici Ecclesiastici appartenenti a cotesto Senigalliese Municipio, onde Noi dei Benefici stessi indicati in quell’Atto avessimo disposto a Nostro Arbitrio, e nel modo che reputato avessimo più opportuno.”Gratissima Ci pervenne questa luminosa prova nel Vostro ossequio verso di Noi, e per la quale sentimmo accrescere nuovo impulso al Nostro Amore verso di Voi.”Nondimeno, diletti figli, siccome non pochi sono i Benefici, al Patronato de’ quali il Municipio ha rinunciato, e Noi desideriamo che il Municipio stesso prosegua in qualche parte nell’esercizio di quel diritto, accettiamo perciò la data rinuncia per quei soli Benefici che si accennano in questa Nostra Lettera……(omissis) … “.
Roma, dal Vaticano 5 aprile 1852
VII del Nostro Pontificato
15. 21 aprile 1855: Lettera di Pio IX al Municipio
Il 21 aprile 1855 Pio IX invia al Comune di Senigallia una affettuosissima lettera ringraziando la Comunità di avergli espresso la gioia e la venerazione per lo scampato pericolo.Se andiamo alla parrocchia del Porto, vi ammiriamo a sinistra dell’altar maggiore un bel monumento di marmo bianco, che, riproduce la Martire S. Agnese e nel basamento, a bassorilievo, la caduta del pavimento del Convento annesso alla Basilica di S. Agnese in Via Nomentana a Roma, avvenuta il 12 aprile 1855, durante un’udienza che Pio IX diede agli alunni di Propaganda Fide–oltre cento persone, rimaste tutte miracolosamente illese–la statua apparteneva a Pio IX e fu donata alla Chiesa del Porto da Mons. Gallo Garelli.
16. 26-27-28-29 Maggio 1857: Visita di Pio IX a Senigallia
Nel maggio 1857 Papa Pio IX fece una visita a Senigallia.Nei giorni precedenti l’arrivo del Pontefice da parte del Comune venne pubblicata una notificazione del 19 maggio 1857 nella quale si ricordava l’esultanza della città, quando si era appresa la notizia dell’elezione di Giovanni Maria Mastai-Ferretti al pontificato e poi si aggiungeva:”Nel giorno 26 di maggio noi accoglieremo tra le nostre mura il Principe Magnanimo, ci prostreremo a Lui dinanzi ed Egli ci benedirà… E la città tutta che va preparandogli festiva accoglienza più che in addobbi e luminarie, nella devozione di tutti i cuori e nell’universale dolcissimo sentimento della gratitudine, rammenterà che Egli è ad un tempo il clemente provvidentissimo Principe, che con larghe concessioni richiama a vita novella la già scaduta nostra celebre Fiera, ed il Padre Amorosissimo che con inaudita munificenza generosamente soccorre ogni classe della nostra popolazione. Per Lui difatti la studiosa gioventù possiede un grandioso Ginnasio per la sua morale ed intellettuale istruzione. Per Lui le istituite e dotate tre novelle Parrocchie provvedono al maggior bene spirituale di una parte della popolazione. Per Lui sorge maestoso e ricco un tempio a Maria Santissima nella Parrocchia del Porto, ed un altro in quella della Pace. Per Lui la povertà non sarà più d’ostacolo a quei più giovanetti che aneleranno al servigio del Santuario. E tutto che grandissime già fossero siffatte beneficenze, pure la magnanimità di Pio IX era ed è ben lungi dalla sua meta. Quindi ci volle ed ordinò che a sue spese private come ogni altra istituzione già detta, sorgesse, come sorgerà tra poco nelle proporzioni che già ammirate sul luogo, un ampio asilo per i poveri invalidi o cronici di ambo i sessi e per le fanciulle derelitte, con a lato altro edificio per uso di lavorio, onde abbiano pane molte famiglie mancanti di occupazione ed un valido incremento l’industria cittadina… “.Inoltre il Municipio incaricò l’architetto Vincenzo Ghinelli di dare un aspetto accogliente e festoso alla città. Egli fece innalzare due archi, uno al confine del territorio, l’altro al Ponte Penna.Sull’Arco di trionfo al confine della Provincia, verso Ancona, vi era questa Epigrafe:
A PIO IX
PRINCIPE INCOMPARABILE
SINIGAGLIA OSSEQUENTE ESULTANTESull’Arco trionfale alla Penna, dal lato orientale:ENTRA O MAGNANIMO PIO
IN SENO DELLA TRIPUDIANTE TUA PATRIA
QUI LE CARE MEMORIE DE’ TUOI MAGGIORI
L’AFFETTO DE’ TUOI FRATELLI
L’AMORE DEI CONCITTADINI
TI COLMERANNO IL CUORE DI PURISSIMA GIOIA
Inoltre il Municipio stesso, per far cosa grata al Concittadino benefattore, e mostrare ad un tempo quanta riconoscenza Gli debbe la patria, fece levar da terra e compiere in un attimo in tela, nelle stesse proporzioni del vero, quel pio stabilimento de’ cronici coll’attiguo opificio, che il Pontefice ha già stanziato di tirar su quanto prima, dotatolo di largo mantenimento. Dinnanzi spiccavasi in alto una colonna monumentale, sormontata dalla statua del munifico Principe.Nel basamento della colonna monumentale il Comune pose questa Epigrafe:
A PIO IX.
PRINCIPE OPEROSO MAGNANIMO
CONCITTADINO MUNIFICENTISSIMO
IL COMUNE DI SINIGAGLIA
GLORIOSO CHE IL PATRIO SUOLO
ACCOLGA IL PIÙ GRANDE DE’ FIGLI
DESIGNO’ IL MONUMENTO DELLA GRATITUDINE.
IL XXVI MAGGIO DEL MDCCCLVII
Sopra la porta della Chiesa della Maddalena(ritenuta la Chiesa del Comune]
HONORI
PII IX PONT(IFICIS) MAX(IMI)
CUIUS ADVENTU CIVES SENOGALLIENSES
INSOLITA GESTIUNT LAETITIA
QUA LUCE INDULGENTISS(IMUS) PRINCEPS
HIC AD ARAM SACRUM SOLLEMNE FACIT
URBS PATRIA
EIUS MUNIFICENTIA MAGIS MAGISQUE
IN DIES AMPLIFICATA
OBSEQUENTIS GRATI ANIMI ERGO
PLAUDIT PARENTI PUBLICO
TUTORI ARTIUM
RESTITUTORI CULTIORIS ANTIQUITATIS
FIDEMQUE A DEO SERVATORI HOMINUM
QUINQUENNIA MULTA
ADPRECATUR
traduzione
AD ONORE
DEL SOMMO PONTEFICE PIO IX
PER LA SUA VISITA I CONCITTADINI SENIGALLIESI
NELLA MAGNIFICENZA DEL SACRIFICIO SOLENNE
CHE L’INDULGENTISSIMO PRINCIPE
QUI COMPIE ALL’ALTARE
TRIPUDIANO D’INCONSUETA ESULTANZA
LA CITTA’ NATALE
DALLA SUA MUNIFICENZA
DI GIORNO IN GIORNO SEMPRE PIÙ’ ACCRESCIUTA
CON GRATITUDINE D’ANIMO OSSEQUIENTE
INNEGGIA E APPLAUDE AL PADRE UNIVERSALE
AL PROTETTORE DELLE BELLE ARTI
AL RINNOVATORE DELLA PIÙ’ SPLENDIDA ANTICHITA’
E PREGANDO INVOCA
PER LUI DA DIO CHE PRESERVA E SALVA
LA FEDELTA’ DEGLI UOMINI
E MOLTO LUNGA VITA
I commercianti, unitisi anch’essi, in bella gara, fecero ornare quel tratto di città, che dal Foro Annonario porta sino al Molo. Gli abitanti delle strade, dove sarebbe transitato il corteo papale, ornarono le facciate delle loro case e delle botteghe con drappi di damasco e di altri tessuti.
Anche gli israeliti concorsero a festeggiare Pio IX, addobbando i muri della loro via maggiore.
In questa circostanza il Magistrato municipale “per accrescere il pubblico gaudio” stabilì la distribuzione gratuita di pane per tre giorni a tutti i poveri della città e volle accordare 25 doti di venti scudi ciascuna ad altrettante nubili tratte a sorte dalle liste dei poveri della città e sobborghi, presentate dai parroci.
Questo atto benefico fu imitato dai commercianti che deliberarono di assegnare ad altre venti giovani dieci scudi ciascuna.
Con atto pubblico fu inoltre deliberato di “eternare la memoria di un tanto avvenimento, ricordando i tanti benefici ricevuti da quel Grande, con una iscrizione onoraria monumentale in marmo, che verrà collocata nella gran sala municipale “.
Il giorno 26 maggio Papa Pio IX giunse nella nostra città e dalla loggia dello episcopio impartì la benedizione al popolo che gremiva la piazza e le strade. Si recò poi nella propria abitazione, dove fu ricevuto dai suoi familiari con inesprimibile commozione. Nel Palazzo Mastai fu preparata la camera e nelle tre notti, che il Pontefice trascorse a Senigallia, riposò su di un letto con baldacchino ricoperto da drappi di raso rosso, che si conserva ancora nel Museo Piano. Fanno anche parte della raccolta il vasellame che arricchì la mensa del Pontefice in quei giorni.
La mattina del 27 maggio il Pontefice celebrò la Messa in cattedrale all’altare della Madonna della Speranza, dove il 2 febbraio 1803 aveva ricevuto la Prima Comunione.
Nel pomeriggio si recò alla Chiesa del Porto, e a quella della Pace, da lui eretta e dotata.
Durante queste visite Pio IX era seguito da una grande folla che lo acclamava; molti, per meglio vederlo, salivano addirittura sui tetti: le vie erano cosparse di fiori.
Il giono 28 si recò a celebrare la Messa nella Chiesa della Maddalena, dove sono sepolti i suoi genitori. Dopo la celebrazione si recò in sacrestia, dove benedì la prima pietra per la costruzione delle fondamenta del nuovo Stabilimento Pio per i cronici.
Accanto alla Chiesa della Maddalena sorgeva in quel tempo l’ospedale. Il Pontefice espresse il desiderio di far visita ai malati per confortarli e per elargire elemosine. Tornato nella sua abitazione, passò nella sala del Comune, attraversando Via Mastai su di un ponte di legno, costruito appositamente all’altezza del secondo piano. Poi, affacciatosi alla loggia del Municipio, benedisse il popolo che gremiva la piazza, il Corso e le vie adiacenti. Alla sera fu accompagnato al Molo di Levante e s’intrattenne con i marinai.
La mattina del 29 maggio, dopo aver salutato i suoi concittadini e sudditi nella Piazza del Comune, parti da Senigallia.
17. 16 Marzo 1858: Coniazione di una medaglia con PIO IX e lo STABILIMENTO PIO
Nella riunione del Consiglio municipale del 16 marzo 1858 si rende nota la volontà di Pio IX di sistemare definitivamente il Porto-canale di Senigallia e di costruire lo Stabilimento Pio per accogliere i poveri invalidi e le fanciulle orfane.I Consiglieri comunali, in segno di riconoscenza decidono di far coniare medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, che portino, in un verso, l’effigie di Pio IX e, nell’altro, il prospetto dell’edificio dello Stabilimento Pio con all’intorno parole esprimenti la gratitudine dei cittadini della sua patria e l’epoca dell’offerta:” E’ lietissimo il Magistrato di porgervi il fausto ed officiale annunzio, risultante da ossequiato Dispaccio Delegatizio n°855, in cui leggesi della generosissima disposizione sovrana, per la quale si ordina l’esecuzione del Progetto del chiarissimo professore signor cavaliere Maurizio Brighenti per la stabile sistemazione del nostro Porto-canale. Egli è questo il massimo dei benefici che ci elargisce il nostro Augusto Padre e Sovrano, l’immortale nostro Concittadino. La prosperità della nostra Patria già predisposta dalle Sue particolari benefiche Instituzioni, è ora dal Suo Sovrano volere assicurata durevolmente colla riattivazione dei Porto-canale, che è vita ad ogni classe di cittadini. Considerata la somma importanza del beneficio, in essa, voi scorgete, o Signori, la possente ragione di quella gioia che inonda il cuore di tutti i Senigalliesi. Pari alla pubblica letizia, è il sentimento della gratitudine, a testimoniare la quale nella miglior guisa che siaci possibile, Vi appella oggi il Magistrato a straordinaria seduta.”Egli adunque sarebbe in avviso di riservare per ora ad altra vostra deliberazione la scelta di un permanente pubblico Monumento che ricordi alla posterità la grandezza d’animo di Pio IX nel beneficare i suoi concittadini e la loro inesprimibile gratitudine …”Propizia è poi questa medesima circostanza per parlarvi delle altre grandiose beneficenze a noi compartite dall’animo generosissimo e dal privato peculio del glorioso nostro Concittadino e Sommo Gerarca Pio Nono. Desse vi sono già note e sapete che tutte si comprendono, o, a meglio dire, si associano per costituire lo Stabilimento Pio, di cui tratta il Suo venerato Chirografo 26 maggio 1357. Con in fronte questo titolo sorgerà tra poco il Maestoso Edificio destinato ad accogliere pietosamente i poveri invalidi e le derelitte fanciulle.”Prossima è già la solenne Sagra Cerimonia della sua inaugurazione e del collocamento della prima pietra, benedetta nello scorso maggio in questa città dalla stessa mano Santissima del Grande Institutore. E’in cosiffatto momento che il Magistrato reputa doverosa e conveniente la significazione del grato animo dei Senigalliesi verso l’incomparabile Benefattore, ed in maniera non peritura. Tale a suo credere sarebbe la coniazione di una medaglia in oro, di altre in argento, e di molte in bronzo, portanti dall’una parte l’Augusta Effigie dell’adorato Pio Nono, e dall’altra il prospetto del nuovo edificio dello Stabilimento Pio con all’intorno ed al di sotto parole esprimenti la gratitudine della Sua Patria, e l’epoca dell’offerta.”Se questo progetto è di vostra soddisfazione, il Magistrato sarà sollecito in procurargli esecuzione onde la medaglia sia possibilmente pronta allorché avrà luogo la pia cerimonia surriferita… “.
18. 16 marzo 1858
Lo stesso giorno 16 marzo 1858 il Municipio grato per l’approvazione del progetto sistemazione del PORTO-CANALE, emette la seguente NOTIFICAZIONE
“Pervenuta a questo Municipio la officiale notizia che la Santità di Nostro Signore Papa PIO NONO P. M. nella incomparabile Sua Clemenza si è degnata di approvare, senza veruna restrizione, il progetto del chiarissimo Sig. Professore Cav. Maurizio Brighenti per la radicale sistemazione di questo Porto-Canale e di ordinarne la pronta esecuzione, il Magistrato Comunale è lietissimo di partecipare con la presente ai propri Amministrati tanta Beneficenza!
Senigallia non potrà mai abbastanza dimostrare con manifestazioni di gioia la propria gratitudine verso l’Augusto Benefattore e suo Grande Concittadino, che in mille guise provvede alla sua maggiore e durevole prosperità.
Dalla Residenza Comunale il 16 Marzo 1858.
La Magistratura Comunale
GIUSEPPE MORANDI Gonfaloniere
19. 4 febbraio 1878: Il Consiglio nomina i rappresentanti comunali nel Consiglio di Amministrazione e di Revisione dello Stabilimento Pio
Il 4 febbraio 1878 il Consiglio comunale di Senigallia, sotto la presidenza del Sindaco, conte Francesco Marzi, provvede, per la prima volta, alla nomina di un componente della Commissione amministrativa e di un altro componente del Consiglio di Revisione del Pio Stabilimento per i poveri cronici e per le zitelle abbandonate:
“Con Reale Decreto del luglio e 6 dicembre 1877 è stato eretto in Corpo Morale col titolo di Stabilimento Pio il Ricovero per i poveri cronici e per le povere zitelle abbandonate, fondato in Senigallia, dal Pontefice Pio Nono, ed è stato approvato lo Statuto organico, il quale venne pure reso di pubblica ragione col mezzo della stampa.”A senso dell’art. 9 di detto Statuto spetta al Consiglio comunale la nomina di un individuo che deve far parte della Commissione Amministrativa ed a senso dell’art. 40 del medesimo appartiene pure al Consiglio comunale la nomina di altro individuo, che deve far parte della Consiglio di Revisione,
“Onde l’Amministrazione di questa Opera Pia possa installarsi e funzionare regolarmente, s’invita il Consiglio nell’odierna seduta a provvedere alle nomine suddette. Essendo questa la prima volta in cui il Consiglio è chiamato all’esercizio delle attribuzioni conferitegli dallo Statuto suddetto, la Giunta crede sia un preciso dovere della Pubblica Rappresentanza inviare all’Alto Benefattore l’espressione dell’affetto e della gratitudine dell’intera Città non solo per questa, ma eziando per le altre elargite beneficenze…”.
Lo Statuto Organico dell’Ente, pubblicato da Pio IX il prescrive testualmente:
CAPO II.
Commissione e Revisione
ART. 5° -Il Pio Stabilimento deve avere:
–Una Commissione amministrativa;
–Un Consiglio di revisione.
CAPO III.
Amministrazione
– Elettori.
ART. 6°
– La Commissione sarà composta di quattro membri, oltre il Presidente; Essa rappresenterà il Pio Stabilimento per tutti gli effetti di ragione.
ART. 10°
– Per essere membro della Commissione conviene:
1. Essere cittadino domiciliato e residente nella Città di Senigallia.
2. Essere di religione Cattolico-romana e di buona morale.
3. Avere l’età superiore agli anni trenta,
4. Non avere alcun interesse con l’Opera Pia.
CAPO X.
Revisione- Consiglio- Presidenza Membri
Attribuzioni.
ART. 40° – La Commissione dovrà ogni anno render conto della sua gestione al Consiglio di revisione.
Il Consiglio è composto di tre membri, cioè del Vescovo pro-tempore Presidente, o di chi ne fa le veci, di un individuo nominato dal Collegio dei Canonici della Chiesa Cattedrale di questa città, e di un individuo nominato dai Consiglio Municipale.
20. Delibere comunali del 4 e 16 febbraio ‘78 che propongono l’erezione di un Busto a Pio IX nell’aula Consiliare
Essendo il Papa Pio IX venuto a morte, il 7 febbraio 1878, il Consiglio comunale di Senigallia, nella seduta del 16 febbraio 1878, deliberò:
“Nell’ultima tornata tenutasi il 4 corrente il Consiglio comunale, essendo chiamato a nominare un membro della Commissione amministrativa ed altro del Consiglio di Revisione dello Stabilimento Pio, eretto dal Pontefice Pio IX, ne prendeva occasione per invitare la Giunta “a presentare all’Augusto Benefattore nei termini e nei modi più efficaci i sensi della viva ed immensa gratitudine dei propri concittadini”.
“Ma l’estremo fato a cui soggiacque il Pontefice nel giorno 7 corrente ha impedito l’adempimento della detta deliberazione. Ora la Giunta, considerando che non può negarsi a Lui estinto quel tributo di gratitudine, che non venne fatto di rendergli in vita, propone al Consiglio di voler deliberare “che ad onorare la memoria del compianto Cittadino gli sia eretto nella sala comunale un Busto in marmo con analoga iscrizione per ricordare l’amnistia e le beneficenze fatte alla Città, riserbandosi di stanziare nel bilancio dell’anno corrente la somma che potrà occorrere…””.
Aperta la discussione, il Presidente ha messo al voti per alzata e seduta quella proposta della Giunta Municipale che è rimasta approvata ad unanimità e per acclamazione.
21. 8 e 11 luglio 1880: inaugurazione del BUSTO di PIO IX nell’aula Consiliare
Il giorno 8 luglio 1880 il Municipio di Senigallia, diramava ai cittadini la seguente Notificazione:Una solennità cittadina e scolastica avrà luogo nella prossima domenica 11 corrente, alle ore 11 antimeridiane nella sala del Palazzo Comunale.Inaugurandosi il Busto marmoreo di Pio Nono, eretto per voto del Consiglio Comunale del 16 febbraio 1878 in memoria del grande Concittadino e dei benefizi da Lui elargiti alla sua città nativa, verrà letto un discorso scritto all’uopo dal sig. Direttore dei Civico Ginnasio Pio, prof. Gabriele Fronduti.Avrà quindi luogo il saggio annuale degli allievi della Scuola di musica.Saranno poi distribuiti gli attestati di premio e onorifiche menzioni agli alunni degli Istituti d’Istruzione Secondaria e delle Scuole Elementari urbane, che si distinsero nell’anno scolastico 1878-79.
Dalla Residenza Comunale, 8 luglio 1880.
Il ff. di Sindaco
Luigi Monti
Il giorno 11 luglio il prof. Gabriele Fronduti pronunciò il suo discorso in memoria del Papa Pio IX.
Esso comincia cosi:
“Sono già più di due anni che in Roma, nel suntuoso edifizio del Vaticano, dopo aver trascorso gran parte del tempo prescritto ai vivere nostro, moriva tranquillo e sicuro il venerando Pontefice della Chiesa cattolica, e a tale annunzio uno de ‘più savi e ragguardevoli personaggi del Senato italiano esprimevasi con si fatte parole, che rivelano ad un tempo l’idea e il prudente giudizio di chi ebbe a concepirla. Pio Nono, cosi egli si fe’ a scrivere, “era una grande personalità riverita da un capo all’altro del mondo, e la sua mancanza lascia un vuoto in Europa, in cui le grandezze morali non abbondano”…”.
Il discorso del prof. Fronduti ricorda (in breve) la storia della famiglia Mastai-Ferretti, poi la vita del romano Pontefice, i suoi studi, i suoi meriti, le sue lotte e ricorda soprattutto il momento drammatico di Pio IX tra quel grido: “Gran Dio, Benedite l’Italia” e la Allocuzione del 29 Aprile 1840. E che mai volea esprimere quel grido, che si ripeteva con tanto giubilo da un capo all’altro della Penisola? Chi l’avrebbe saputo definire, se l’intendeva ognuno a modo suo? Per gli uni era la libertà, per gli altri il connubio della ragione colla fede; per questi l’accordo fra sudditi e principi, per quelli la fratellanza universale, per tutti però il trionfo dei nostri diritti, l’indipendenza da ogni servitù, il che bastava a renderlo efficace. In quel grido erano racchiusi tutti i presagi dell’avvenire.
“Ma ben presto dall’altrui perfidia, gli si ordirono occulte trame per mettere in conflitto, la coscienza del pontefice con quella del principe Rotta, la guerra, gli giungono di là dalle alpi proteste e minacce. Egli si turba, teme disastri e guai per la Sede Apostolica, e pronunzia l’Allocuzione del ventinove di aprile: ode il fremito degli oppressi e si rivolge al potente Monarca dell’impero Austriaco, lo invita a desistere da una lotta indegna, e a ritirare oltre i confini, che natura pose fra noi e la tedesca rabbia. Singolarissimo documento, oggi troppo dimenticato, nel quale si parla un linguaggio alto, e sconosciuto da secoli nelle consuetudini della diplomazia papale.
“Tutto indarno, chè il nemico incalza e ci opprime, gli animi accesi seguitano ad agitarsi, e ricevono più vivo impulso dall’esempio di Francia, che venne appunto a reggersi a repubblica, quando noi stentavamo a fare le prime esperienze delle ottenute franchigie costituzionali. Aggiungasi a ciò la nostra imperizia della libertà prima abusata che concessa, e in mezzo a tante intemperanze le passioni soverchiando la ragione, nel sangue di Pellegrino Rossi s’affievoli quella luce serena, che si era per ogni dove diffusa all’apparire di Pio Nono.
“Il resto di si grave epopea apprendetelo, o Signori, nell’augusta immagine, che forse unico esempio in Italia, sta di fronte a quella del Sommo Sacerdote (1). Ambedue si completano a vicenda, e riverberano per intero la rapida storia delle nostre speranze, delle nostre amarezze, dei nostri tripudi. Riveriamole ambedue a misura di quanto loro dobbiamo; ché se l’uno confidente iniziò, compì l’altro risoluto e prode il corso de’ nostri politici rivolgimenti; e gli ordinatori di nazioni, a sentenza del Machiavelli, sono i più degni della gratitudine dei popoli.
“Nei fasti del papato Pio Nono chiude un’epoca, e dopo morte non solo ebbe gli encomi dell’intera cristianità, e dei più grandi personaggi della gerarchia ecclesiastica; ma di quelli pur anco che con opposti principi combattono le più formidabili fra le contese sociali. Non ebbero forse a dire autorevoli pubblicisti e arditi pensatori d’Inghilterra, di Francia e di Germania, che Pio Nono non solo si procacciò l’entusiastico ossequio dei fedeli, ma anche il rispetto e la benigna tolleranza di coloro che non credevano alla sua comunione? E così rimembrando essi le sue virtù, non si rimasero di scusarne altresi gli errori, e darci a vedere che non furono ben compresi gl’intendimenti suoi, a cui volle darsi un significato molto più liberale per i popoli servi, di quello che si doveva loro giustamente attribuire”.
L’oratore terminava con queste paroie:
“Quando il rapido succedersi degli anni avrà tratto con sé ogni uomo della presente età, e di molti fra noi, ed in ispecie di me, ch’or vi favello, non resterà ricordanza veruna; quando avvenga che il luogo stesso, che qui oggi ci accoglie, rimanga deserto e silenzioso, ed anche questo scolpito marmo soffra le ingiurie del tempo; non potranno tuttavia cancellarsi dalle pagine imperiture della storia l’origine, la patria, gli atti e le vicende inusitate, a cui è strettamente congiunto il nome del vostro incomparabile concittadino”.
(1) Il buato del padre della patria Vittorio Emanuele II, di cui si fece solenne inaugurazione il dì 14 marzo del 1879.
21. 21 marzo 1894: Si delibera la partecipazione del Comune alle Feste Centenarie per la sua nascita promosse dal Comitato Cittadino
MUNICIPIO DI SENIGALLIA – SEZIONE I SEGRETERIA
L’anno 1894, novantaquattro, questo giorno ventuno del mese di marzo, convocatasi l’Ill.ma Giunta Comunale nelle persone dei Signori:colla assistenza di me infrascritto Segretario Capo.
Essendo che ad iniziativa di un Comitato Cittadino sarà festeggiato in Maggio il 1° Centenario della nascita di Giovanni Maria Mastai-Ferretti;Prevedendo che in quella circostanza buon numero di forestieri possano prendere parte ed intervenire alle feste;Ritenuto opportuno che da parte del Municipio si curi che i forestieri medesimi trovino buona e gentile accoglienza e che le feste procedano con ordine;Sentito in proposito il Consiglio Comunale;Decreta:nominarsi una Commissione Municipale la quale, associandosi al Comitato promotore, abbia il compito speciale di vigilare al buon andamento ed all’ordine dei festeggiamenti dal Comitato stesso stabiliti o da stabilirsi; di agevolare gli alloggi ai forestieri, di impedire le ingiuste pretese dei pubblici esercenti e gli abusi che si lamentano e purtroppo quasi sempre si ripetono in consimili straordinari avvenimenti.La Commissione stessa sarà così costituita:
–Santini Prof. Federico
–Monti Cav. Luigi
–Monti Cav. Gaetano
–Catalani Nicola
– Mengoni Colombo
– Sindaco – A. Rossini
– Assessore – A. Sciocchetti
– Assessore – F. Toffanin
22. Delibere del 12 e 29 marzo e del 12 maggio 1894 per la intitolazione di una Via a Giovanni Maria Mastai-Ferretti
Nella seduta del Consiglio comunale del 12 marzo 1894 il consigliere Colombo Mengoni chiede al Sindaco e alla Giunta: “… cosa intendono di fare nella imminente ricorrenza delle feste centenarie per la nascita del benemerito nostro cittadino Giovanni Mastai-Ferretti. Risponde il Sindaco che ben poco potrà fare il Comune per mancanzadi mezzi. Egli però ha avuto una intervista colla Commissione o Comitato per le feste stesse e quindi è in grado di poter informare che la Commissione medesima non domanda denari o offerte di sorta, paga solo del concorso morale del Municipio, concorso che egli, interpretando i sentimenti della grande maggioranza della Cittadinanza, ha creduto di dover promettere, largo. Stimerebbe per altro opportuna la nomina di una Commissione comunale, la quale, secondando il Comitato e ad esso associandosi, avesse il mandato speciale di sorvegliare e curare il buon andamento delle feste. Il sig. Mengoni si dichiara soddisfatto. Il sig. Catalani domanda che in altra seduta sia posta all’ordine del giorno la proposta d’intitolare al nome di Giovanni Maria Mastai Ferretti la via ora del Municipio. Associasi il Sindaco alla proposta, essendo stato quest’onore concesso ad altri benemeriti cittadini”.
Il 29 marzo 1894 in Consiglio comunale, il sig. Catalani propone che la Via del Municipio sia intitolata al nome di Giovanni Maria Mastai-Ferretti.
“La proposta, dice egli, interpreta un sentimento diviso dalla grande maggioranza della popolazione e, come tale, non può non incontrare il voto favorevole del Consiglio. Mentre cittadinanza e Comitati si apprestano a solennizzare il primo centenario di Giovanni Maria Mastai-Ferretti, cui Sinigaglia si vanta di aver dato i natali, il Consiglio comunale non può restare indifferente: deve anzi, a suo avviso, sentire il dovere di profittare della circostanza per dare un tributo di onore e di gratitudine alla memoria dell’uomo che della sua patria si rese sommamente benemerito con vistose elargizioni e specialmente colla fondazione dello Stabilimento Pio e del Patrimonio Studi. Questo onore fu tributato ad altri cittadini che non avevano i meriti del Mastai”.
Nella seduta del 12 maggio 1894 la Giunta municipale di Senigallia delibera: “Considerato che domani cominciano le feste centenarie di Giovanni Maria Mastai-Ferretti, promosse da un Comitato cittadino;considerato che, giusta decreto del Consiglio in data 29 marzo vengono domani scoperte le lapidi che alla Via già del Municipio danno il nome di Giovanni Maria Mastai a titolo di gratitudine e di onore, alla memoria del cittadino benemerito per segnalate elargizioni di beneficenza a vantaggio dei poveri della città e della Pubblica istruzione;ritenuto che i cittadini domani sera prendano parte alle feste, illuminando e tappezzando le finestre delle loro abitazioni;
La Giunta
escludendo ogni carattere politico nella dimostrazione, ma solamente come manifestazione di animo grato all’insigne benefattore delibera che domani sera siano illuminate anche le finestre del palazzo civico”.
23. 26 novembre 1925: Deliberazione per cambiare un’ espressione nella Lapide a Simoncelli
Il 26 novembre 1925 il Consigilo comunale di Senigallia discute sulla proposta di alcuni cittadini di rimuovere la lapide, dedicata a Girolamo Simoncelli, che è murata sotto l’atrio della residenza comunale.
Dopo ampia discussione si decide di lasciare la lapide al suo posto, ma di cancellare le parole: Vittima di Pio IX–. Così la nuova dizione sarà:
“A Girolamo Slmoncelli–I concittadini–Sessant’anni dopo il martirio”.
Il dibattito su questo argomento è stato interessantissimo, sia per i molti e notori personaggi intervenuti, sia per le motivazioni addotte, sia per il calore della disputa che rispecchiava 80 anni di vita cittadina.
I passi principali sono:–Omissis–Il Signor Silvano Presidente riferisce: …
“Sono pervenute varie domande firmate da molti cittadini, che chiedono che sia rimossa la lapide dedicata a Girolamo Simoncelli, installata sotto l’atrio della Residenza Comunale. Legge poi le stesse domande, prima quelle dei congiunti di S.S. il Pontefice Pio IX poi tutte le altre.Riferisce infine che la Giunta è dell’avviso di non accogliere integralmente le richieste, ma di sostituire, al fine di ristabilire la verità storica dei fatti, l’attuale dicitura della lapide con la seguente:”A Girolamo Simoncelli–I Concittadini–Sessant’anni dopo il martirio”
Viene aperta la discussione: Chiede ed ha la parola il Consigliere Sig. Ing. Giovanni Molina che così si esprime:…”
Non ritiene sufficiente la modificazione della lapide e crede che i rappresentanti del partito fascista che oggi amministrano il Comune e che hanno fatto tante cose buone dovrebbero togliere del tutto la lapide che suona offesa al primo cittadino che ha avuto Senigallia, a Pio IX”.Il Sindaco Presidente risponde:…Non ha mai approvato e non approva che nella lapide si sia fatto il nome di Pio IX ed è contrario alla lapide, così come è scritta, perché offende la verità storica in quanto si sa che Pio IX aveva firmato la grazia per Simoncelli, lasciando la lapide attuale si fa torto a Pio IX, ma togliendola del tutto si recherebbe offesa alla memoria di Girolamo Simoncelli, offesa che non sarebbe giustificata. Ouindi trova giusto che la lapide venga modificata cancellandosi la riga scritta “vittima di Pio IX”, senza sostituzione oppure sostituendovi le parole “Vittima del Governo teocratico” però preferisce la proposta della Giunta comunale.
Chiesta ed avuta la parola il Consigliere Sig. Gino Zazzarini, dichiara anzitutto di associarsi alla proposta della Giunta e alle parole del Sig. Sindaco e lamenta il fatto che i richiedenti la rimozione, appartenenti in gran parte al partito popolare, si siano decisi ora a rivolgere, per la rimozione di cui si tratta, agli attuali dirigenti il Comune del partito fascista, come hanno fatto anche per gli altri simili casi, per ottenere ciò che non hanno pensato di fare, o non hanno fatto durante il periodo di tempo che essi avevano uomini loro al Governo, e l’Amministrazione straordinaria del Comune in loro mani…Il Sig. Sindaco Presidente si unisce al pensiero espresso dal Consigliere Zazzarini e ritiene che il Consiglio accettando la proposta della Giunta verrà a togliere una ingiustizia.., ecc., ecc.”.
24. 2 febbraio 1928: Manifesto del Comune per il Cinquantenario della morte di PIO IX
E’ del 2 febbraio 1928 il seguente manifesto del Comune di Senigallia per il Cinquantenario della morte di Pio IX:COMUNE DI SENIGALLIACittadini!L’Italia fascista, costruendo un regime sulle rovine di vecchie sette e di invecchiati partiti, permette oggi a noi di ricordare la figura di Papa Pio Nono non solo senza passione e senza pregiudizi, ma con l’orgoglio di cittadini. Comunque giudicata nei suoi atti di fronte ad avvenimenti storici definitivi per le sorti della nuova Italia risorgente, resta l’imponente figura del Capo della Cristianità, posto dal destino fra due epoche, col peso di tradizioni secolari e di fronte alla forza imperiosa di nuovi fatti; tradizioni e fatti che portavano per maggior gravame un egual nome formidabile: Roma.Oltre cinquant’anni di storia hanno fatto giustizia in un campo e nell’altro, di giudizi partigiani, di previsioni catastrofiche; oggi più grandeggiano coi restituiti valori spirituali e nazionali, Stato italiano e Chiesa Romana, Monarchia e Papato e le mete sono sempre più alte e più degne.Cittadini!La celebrazione ci unisce in perfetta concordia attorno al Figlio di questa nostra terra, che Lo ricorda orgogliosamente per il lustro che le ha dato e le durature opere di pietà che al Suo Nome si legano.
Dalla Residenza Comunale, lì 2 febbraio 1928.
Il Podestà
Goffredo Gobbi
25. 5 gennaio 1978: Celebrazione per il Centenario della morte di PIO IX
La Giunta comunale di Senigallia nella riunione del 5 gennaio 1978 prende l’impegno di celebrare il 1° centenario della morte di Pio IX:Premesso che il 7 fabbraio p.v. cadrà il 1° centenario della morte del concittadino Giovanni Maria Mastai-Ferretti, passato alla storia con il nome di Pio IX;Attesa l’opportunità di ricordare l’illustre personaggio, anche con una cerimonia civile, nel corso della quale far illustrare la figura del pontefice Sengalliese;Dato atto che sono in corso contatti, onde far tenere l’orazione celebrativa ad un illustre studioso del Risorgimento italiano, periodo nel quale grande influenza ha avuto l’opera e la vita di Pio IX;Convenuto che questa Amministrazione assumerà a suo carico gli oneri derivanti dalla manifestazione di cui si parla e che saranno liquidati, una volta determinati, dopo la definizione del programma della manifestazione;con votazione palese, unanimedelibera1) Organizzare una manifestazione civile, onde celebrare il 1° centenario della morte del Pontefice Pio IX;2) Assumere a carico del bilancio comunale le spese derivanti dall’anzidetta cerimonia, il cui importo verrà determinato con un successivo atto dopo aver perfezionato il programma di svolgimento della manifestazione, di cui si parla.
Il Sindaco
Giuseppe Orciari
26. 29 aprile 1979: Senigallia ha offerto a Siena l’olio per la lampada votiva a S. Caterina e ha donato il busto di Papa Pio IX
Tra la città di Senigallia e Siena esiste un gemellaggio ideale da quando S. Ecc. Mons. Mario Ismaele Castellano venne, il 5 dicembre 1978, al Centro di Cultura di Palazzo Mastai a trattare il tema: “Chiesa unita nell’Europa unita”.
In quell’occasione l’Arcivescovo chiese per il Museo degli Eroi di Siena il busto di Pio IX ed invitò il Sindaco (presente alla conferenza) a Siena per il 29 aprile 1979, onde offrire, a nome del Comune di Senigallia, l’olio per S. Caterina, Patrona d’Italia.Questa visita venne ufficialmente restituita dal Sindaco Orciari, accompagnato da 15 membri del Consiglio municipale e dipendenti del Comune nei due giorni 28 e 29 aprile, in occasione delle feste centenarie di S. Caterina.Era presente a Siena anche un folto gruppo di pellegrini rappresentanti la Comunità Ecclesiale, guidato da Mons. Angelo Mencucci, delegato per la circostanza da S.E. Mons. Vescovo impossibilitato ad allontanarsi dalla Diocesi per ragioni pastorali.Il gemellaggio simbolico delle due città si fonda su queste ragioni:
1) Una omonimia che storici e studiosi di etimi dovrebbero approfondire tra Sena Romana in Tuscia e Sena Gallica nelle Marche;
2) tra Siena, città natale di S. Caterina, Patrona d’Italia e Dottore della Chiesa e Senigallia, città natale di Pio IX, c’è un legame riscoperto nella profonda devozione di Pio IX a S. Caterina: Papa Mastai, infatti, visitò la casa natale di Fontabranda nel 1857 e nel libro dei visitatori sottoscrisse la frase biblica: “Stulta mundi elegit Deus ut confundat fortia; mirabilis Deus in Sanctis suis”, e fu Pio IX che nel 1867 elesse Caterina Compatrona della città di Roma, primo passo verso la proclamazione a Patrona d’Italia, decretata da Pio XII nel 1939.
Le due giornate senesi sono state caratterizzate da eccezionale solennità, non solo per le radicate tradizioni popolari e per il messaggio culturale, che promana da Caterina, ma perché ma perché le autorità civili ed ecclesiastiche hanno inteso riaffermare in questa occasione i capisaldi di un umanesimo integrale, volto a migliorare i rapporti della convivenza, le aspirazioni delle comunità e i valori dello spirito.In seno a queste manifestazioni ha avuto luogo lo scoprimento del busto di Pio IX, posto nel portico di Fontebranda, dove già sono esposte le erme di tutti i pontefici legati alla memoria ed all’opera di Santa Caterina.
(V. “La Voce Misena” del 3-V-1979, N. 18)